Lui era labbra rotonde, bocca allungata! Ko-Ri aveva otto anni, era sordo, e viveva a Smara, uno dei campi rifugiati nel deserto algerino.
Frequentava una scuola speciale dove imparava ad allacciarsi le scarpe e a disegnare.
Fra tutti gli animali ce n’era uno che lo attirava più degli altri: il dromedario.
Kori credeva che anche i dromedari parlassero, perché muovevano le labbra proprio come le persone. Non lo sapeva che sono animali ruminanti, che passano gran parte del loro tempo a masticare ciò che hanno ingerito ore prima.
Il bambino passava spesso a far visita alla dromedaria dello zio, le dava da mangiare, le faceva compagnia, ma soprattutto cercava di parlarle.
Un giorno quando tornava da scuola, passando davanti al recinto della dromedaria vide un piccolo dromedario color caramello, più precisamente un huar. Un dromedario appena nato si chiama nella lingua saharawi, huar, ma Kori non poteva saperlo. Gli si avvicinò e gli sembrò che con i movimenti della labbra, il piccolo nato pronunciasse il suo nome! Allora di rimando alzò le dita diun amano per chiedergli: Come ti chiami? E lui rispose: labbra aperte, labbra chiuse, labbra aperte, labbra chiuse… CARAMELLO! Da quel momento iniziarono a volersi bene.
Kori passava intere giornate accanto al recinto del piccolo huar, gli portava piccoli ciuffi d’erba, lo accarezzava, e restavano per ore a “chiacchierare”. Lo andava a trovare tutti i giorni, anche durante le terribili tempeste di sabbia che sferzavano nel deserto. Per il bambino, Caramello era l’amico che non aveva mai avuto; gli bastava pensare a ciò che avrebbe voluto dire, muoveva le labbra per comunicare quei pensieri al dromedario e lui rispondeva muovendo le sue.
Kori non sapeva scrivere, era impensabile che un bambino come lui potesse farlo, ma lui voleva imparare, voleva dare forma alle belle parole che caramello gli raccontava nei loro pomeriggi; poesie, come quelle dei grandi poeti saharawi.
“Il sole e la luna si amano” scisse un giorno dopo aver osservato un’eclissi. da quel momento il suo quaderno iniziò a riempirsi di parole, parole dolci, parole chiare, parole intense, PAROLE DI CARAMELLO.
Passarono i mesi e Caramello divenne un dromedario alto e forte, la sua sorte era ormai segnata nel campo dei rifugiati…
Un libro forte, pieno, intenso, di quelli che arrivi alla fine con le lacrime che offuscano la vista e cadono copiose sulle pagine.
Una storia, una leggenda: un bambino, un dromedario, il deserto.
Un albo che colpisce al cuore e lì rimane.
Una dura verità, quella di chi affronta e subisce una guerra infinita.
La solitudine, la malinconia, di chi ha finalmente trovato un amico, ma sa a quale triste destino dovrà andare incontro.
Gonzalo Moure, autore del libro, ci trasporta negli infiniti e sconfinati spazi del deserto, ma anche della vita.
Un’immensa distesa di sabbia, su cui scivolare o dove rimanere intrappolati.
Edito da Kalandraka
Illustrato da Maria Giròn
Tradotto da Francesco Ferrucci
PAROLE DI CARAMELLO
In lingua originale “PALABRAS DE CARAMELO”
Un’edizione speciale per il 20° anniversario.
Un testo che va oltre gli stereotipi, le barriere culturali, i diritti dell’infanzia…
Nel 2012 ha vinto il premio nazionale per la migliore opera editoriale culturale e ancora oggi, è più attuale che mai!
Guidate dalla dolcezza di questa storia e dai suoi colori ci siamo tuffate in uno dei dolci che più ci ricordava il deserto: il crème caramel! Preparalo con noi!
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