Oggi vi raccontiamo un libro sull’amicizia, poetico e meraviglioso. Era il 1959 quando Leo Lionni scrisse piccolo blu e piccolo giallo. Stava viaggiando su un treno insieme ai suoi nipotini e cercava un modo piacevole per intrattenerli. Prese una rivista, sfogliò le pagine e strappò alcuni dischetti di carta blu, gialla e verde. «Vi racconto una storia» disse ai bambini «Questo è piccolo blu». Ed è così che nacque un grande classico della letteratura dell’infanzia, un libro che andrebbe letto a tutti i bambini e che dovrebbero leggere anche gli adulti. Per riscoprire quel sentimento puro di cui sono capaci i bambini, liberi dai pregiudizi sulle diversità.
Ma come è possibile che un libro di oltre 60 anni piaccia ancora così tanto ai piccoli lettori?
Già… perché piccolo blu e piccolo giallo non è solo un classico che “va letto”, è un libro che piace, appassiona e coinvolge molto i bambini! La risposta è semplice. La storia è sempre attuale, perché parla di amicizia, diversità, integrazione e cambiamento. Ma soprattutto lo è il linguaggio con cui è scritta: quello universale dei colori, che ci parla attraverso immagini essenziali che trasmettono il messaggio forte e chiaro. Nelle pagine, non ci sono illustrazioni di persone, animali e oggetti. Semplicemente troviamo macchie di colore. I personaggi stessi sono macchiette di colore, così come gli ambienti in cui si muovono. Il testo è costituito da brevi frasi che accompagnano le immagini. Queste infatti parlano da sé, e sono facilmente interpretabili. Non temete di non ritrovarvi in tutta questa innovazione e originalità: si tratta di un libro intuitivo e davvero molto bello.
La storia in breve
Piccolo blu vive con i suoi genitori blu. Ha molti amici, ma il suo migliore amico è piccolo giallo che abita nella casa di fronte con i suoi genitori gialli. Un giorno piccolo blu non riesce a trovare piccolo giallo e lo cerca dappertutto. Poi finalmente, girato l’angolo, «Eccolo!» I due piccoli sono tanto felici di vedersi che si abbracciano. E si riabbracciano così forte che diventano verdi! Giocano insieme tutto il pomeriggio, ma quando tornano a casa i loro genitori non li riconoscono. «Tu non sei il nostro piccolo blu» e «Tu non sei il nostro piccolo giallo». Sono così disperati per non essere stati riconosciuti che piangono tutte le loro lacrime, gialle e blu, fino a che si ricompongono, di nuovo piccolo blu e piccolo giallo. Tornano da mamma e papà, che ora li riconoscono! E quando tutti si abbracciano dalla felicità, ecco che nell’abbraccio diventano verdi e i genitori possono finalmente capire cosa è successo.
Da che età?
I bambini, anche i più piccoli, di 18 mesi o 2 anni, ne rimangono incantati. È un libro senz’altro indicato in età scolare, dai 3 anni, anche perché si presta molto ad essere associato a laboratori e riflessioni sul tema dell’amicizia (sotto vi diamo dei suggerimenti).
Per gli adulti
Questo libro racconta quello che succede nella vita reale. Alcuni di voi avranno avuto modo di assistere alle storie di amicizia del cuore dei bambini. Non vi è mai capitato che vostro figlio tornasse a casa da scuola o da un pomeriggio passato con il suo migliore amico e che aveste l’impressione di “non riconoscerlo più”? Come se si fosse plasmato, fino a parlare e a muoversi come l’amichetto. Sappiate che capita anche agli adulti, quando entrano in relazione tra loro, di far proprie delle caratteristiche dell’altro. Forse noi non ce ne rendiamo conto, ci capita quasi inconsapevolmente, ma quando lo vediamo sui bambini, che vivono tutto con estrema naturalezza, entusiasmo e spontaneità, liberi da schemi e impostazioni, ci arriva chiaro il cambiamento. Nelle grandi storie di amicizia, così come nelle storie d’amore, accade questo: si prende ognuno il meglio dell’altro, facendo proprie certe caratteristiche, senza per questo rinunciare alla propria personalità. Ce lo insegnano piccolo blu e piccolo giallo, che pur diventando verdi, piangono lacrime gialle e blu.
Questo passaggio non riguarda soltanto l’incontro tra due persone e il loro sviluppo personale, ma anche quello tra due culture, due etnie, due condizioni, due diversità in genere. Il libro può essere allora interpretato in senso più ampio. Laddove i bambini ci insegnano che si può essere liberi da pregiudizi, possiamo aprirci all’inclusione.
L’idea creativa: tempere, pongo e ritagli di carta
A questo libro si possono ispirare tanti laboratori. Quando si tratta di colori, che sia stenderli, impastarli, mescolarli, incollarli, c’è sempre da divertirsi! Ve ne proponiamo tre:
1. Il collage
Innanzitutto potreste fare come Leo Lionni. Recuperare vecchie riviste, insieme ai bambini. Sfogliarle e cercare pagine blu, gialle e verdi. Ma anche degli altri colori presenti nel libro, come quelli degli altri bambini o degli ambienti. Ritagliare o strappare dei dischetti e ricostruire la storia facendo un bel collage, incollandoli su un cartellone o semplicemente su un foglio bianco.
2. Le tempere
Il nostro preferito è senz’altro quello con le tempere. Non c’è modo migliore per sperimentare i colori e le loro mescolanze! Questa è un’attività adatta anche ai più piccolini, di 1 o 2 anni. Può essere proposta come attività in autonomia, offrendo delle tempere adatte, come quelle atossiche che si possono spalmare con le dita. Per i bimbi più grandi può diventare l’occasione per imparare i colori primari e secondari. Oltre al giallo e al blu, potete introdurre anche il rosso.
3. Il didò
Infine un’esperienza tattile, quella del pongo o didò (sapete che potete facilmente fare in casa la pasta modellabile? Cliccate qui per la ricetta!). I bambini mescolano due pezzetti di pasta, uno giallo e uno blu, e si impegnano a impastarli insieme fino a ottenerne uno verde. È un’attività che rinforza i muscoli delle mani e dei polsi, è rilassante e, come per le tempere, può essere presa come spunto per insegnare i colori primari e secondari. Osservare i colori che si trasformano è un’esperienza interessante: i bambini ne restano affascinati.
Bel post! Io amo Leo Lionni e tu hai saputo cogliere i suoi spunti per delle attività creative molto interessanti.
Grazie Rossella!
Ho incontrato Piccolo Blu e Piccolo Giallo una decina di anni fa…un’artista di strada faceva una “lettura dipinta”. Da allora non l’ho più mollato…e ora che la mia “bimba” più grande si affaccia all’adolescenza, ho la netta sensazione che quel libro abbia ancora qualcosa da dirmi!
Ciao Francesca, grazie per il tuo commento, che è anche una testimonianza. Un libro sempre attuale quindi, non solo tra le generazioni, ma anche tra le varie fasce d’età.
Molto interessante la storia, davvero attuale e gli spunti da far vivere ai bambini stessi, complimenti.
Ciao Silvia, grazie! Ai bambini piace molto, forse grazie proprio alla sua semplicità. Per questo diventa un ottimo strumento da cui partire per fare con loro riflessioni più profonde.
Maria che bell’articolo che hai scritto! Devo ammettere di essere venuta a conoscenza di questo libro pochi anni fa, purtroppo per le critiche becere che sono scaturite. Trovo che sia un libro bellissimo e il tuo articolo ne esalta i significati più profondi, che lo rendono così speciale nonostante l’apparente semplicità. Grazie!
Grazie mille Gabriella!Trovo assurdo che qualcuno possa pensare di censurare dei libri, figuriamoci un libro come questo. “Piccolo blu e Piccolo giallo” merita di essere scoperto e di stare nelle librerie di tutti i bambini.